L’emergenza Coronavirus ci costringe a considerare, forse per sempre, nuovi stili di vita. Dobbiamo abituarci a perseguire non il “di più”, ma il meglio. Forse dovremmo frequentare più raramente il ristorante, scegliendone uno un po’ più caro, ma meno affollato: questo è meglio.
Le vacanze più brevi, ma trascorse su una spiaggia più vivibile, sono migliori. Frequentare una palestra ben climatizzata, ancorché più costosa, è meglio. Forse dovremmo pretendere dal nostro medico, farmacista, asilo nido, centro analisi ecc. di adeguare i locali, dove forniscono le loro prestazioni, alle normative vigenti, al buon senso ed alle aspettative create dall’attuale situazione.
Aumentare il ricambio d’aria con l’esterno è un intervento immediato ed efficace per ridurre la presenza di inquinanti, polveri, batteri, virus, odori, radon, formaldeide.
Il maggiore ricambio d’aria può essere ottenuto sia con ventilazione naturale (aprendo però frequentemente finestre e porte, con aggravio dei consumi) sia con ventilazione forzata, attraverso l’impiego di dispositivi di ventilazione. Le unità ventilanti a doppio flusso, se equipaggiate con recuperatori di calore, permettono un ricambio d’aria efficiente e controllato. Se i rendimenti dei recuperatori di calore sono quelli previsti da ERP2018, cioè nell’ordine dell’80% effettivo, i relativi dispendi di energia sono risibili.
Le unità di ventilazione sono di due tipi: quelle canalizzate, che permettono una distribuzione dell’aria precisa e controllata. Richiedono però l’installazione di canali, operazione costosa per installazione e manutenzione, e a volte impossibile. Oppure quelle decentralizzate, senza canali, senza aggravio di costi accessori e con tempi di installazione pressoché immediati.
SIRE offre entrambe le soluzioni: unità di ventilazione canalizzate fino a 5000 m3/h e unità decentralizzate da 25 a 1200 m3/h.