Tra le conseguenze della pandemia di Covid-19 che ci ha accompagnato negli ultimi anni, dobbiamo includere il crollo delle vendite in alcuni settori dell’economia. La forzata chiusura di alcune categorie di esercizi pubblici ha comportato, ovviamente, la scarsa propensione agli investimenti da parte dei titolari, data l’incertezza sul futuro.
Né si può biasimarli: il titolare di un ristorante, o di un negozio di abbigliamento, al quale viene negata la possibilità di esercitare il suo lavoro per un periodo di tempo indefinito, avrà già il suo daffare per assicurarsi il necessario, e gli resterà ben poca voglia di pensare al superfluo.
Tra il superfluo annoveriamo tutte le attrezzature che, in tempi normali, migliorano il suo servizio verso la clientela ed il benessere dei clienti e dei dipendenti.
Parliamo delle barriere d’aria
Questo dispositivo, concepito per favorire l’afflusso della clientela separando il clima esterno – freddo d’inverno, caldo d’estate – dal confortevole microclima interno, ha sempre generato pareri contrastanti da parte di utilizzatori, progettisti ed enti locali.
Partiamo dai fatti: la barriera d’aria mantiene ciò che promette, ovvero crea una separazione tra le condizioni climatiche esterne e quelle interne. Ovviamente non si tratta di una barriere fisica, per cui la sua efficacia non è la stessa di una porta. Si stima che circa l’85 per cento del calore – o del fresco – generato dal sistema di climatizzazione venga preservato, mentre il 15% viene disperso. Ma questo è vero solo quando la porta del locale è aperta. Ecco perché le barriere d’aria ben installate comprendono un dispositivo automatico che apre la porta solo all’arrivo di persone in entrata o in uscita. In tal modo quel 15% si riduce fino a zero nei momenti di scarsa affluenza.
Come compensare quel 15% (massimo e momentaneo) di potenza termica che viene a mancare?
Normalmente l’utente sceglierà una barriera dotata di riscaldamento, ad acqua (più efficiente e costoso) o elettrico. Ma è proprio necessario?
Considerando che l’aria che transita nella barriera d’aria viene prelevata ad un’altezza di almeno 2,5 metri, e che molto spesso l’illuminazione dei negozi causa calore eccessivo, la temperatura alla quale l’aria viene scaricata è sufficientemente gradevole anche in assenza di un sistema di riscaldamento. Al contrario, è esperienza quotidiana rilevare che l’aria, emessa ad alta velocità da una barriera con riscaldamento, genera decisamente una sensazione di fastidio.
Bene ha fatto il Comune di Milano, nel regolamentare la presenza delle barriere d’aria negli esercizio commerciali, a chiarire che queste non devono avere sistemi di riscaldamento, causa di sprechi di energia immotivati.
Quali problemi possono presentarsi?
Solo una cattiva scelta o una installazione maldestra o distratta possono causare problemi. Ad esempio, la portata dell’aria è insufficiente per l’altezza della porta; la barriera è stata installata troppo lontana dalla porta stessa (l’aria sfugge ai lati); la zona è molto ventosa e ciò pregiudica l’efficienza della barriera; vi è forte corrente d’aria tra il locale ed il suo retro, o tra il pianoterra e i piani superiori…
Benefici delle barriere d’aria SIRE
Oltre allo scopo principale per cui vengono installate, le barriere d’aria SIRE presentano vantaggi accessori:
- Ostacolano l’ingresso degli insetti, specie nei negozi di generi alimentari, gelaterie ecc.
- Mantengono in circolazione l’aria ambiente, evitando i ristagni in angoli umidi ed il proliferare di batteri ed agenti patogeni.
- Salvaguardano il personale di vendita, tenendolo al riparo dalle malattie da raffreddamento causate dalle porte aperte.
- Si integrano e armonizzano con l’ambiente circostante perché possono essere fornite, oltre che nel colore standard bianco RAL9016, anche in qualsiasi tinta RAL
I modelli con regolazione evoluta adattano le proprie prestazioni alle condizioni termoigrometriche dell’aria.
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